Ago 21

di Stelio W. Venceslai

La morte di un grande attore, Robin Mclaurin Williams, non è, in genere, un evento politico ma, piuttosto, mediatico.

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Tuttavia qualcosa di quest’uomo e delle figure che ha magistralmente interpretato si presta a qualche considerazione sociologica importante.

In alcune delle sue interpretazioni, quelle rimaste più profondamente nella memoria degli spettatori, campeggia la figura dell’uomo tollerante, ma dai principi saldi, con la capacità di trasmettere taluni ideali, e la riaffermazione costante di quei valori di fondo della società civile quasi del tutto scomparsi od assopiti.

Ciò ha smosso la coscienza delle persone che più fortemente ricordano la sua figura.

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Sappiamo che gran parte del successo di un film dipende da molti fattori: l’abilità del regista, la qualità degli sceneggiatori, la bontà del dialogo. Ma la capacità interpretativa dell’attore svolge un ruolo vivificante di certi comportamenti e di certe idealità che vengono trasmesse ad un pubblico spesso distratto.

Che cosa resta di questo singolare personaggio che ha interpretato tanti differenti ruoli, adottando la maschera necessaria richiesta dal momento? Di certo, la sua capacità quasi camaleontica d’immergersi nella parte. Ma, al di là di questo, resta l’immagine del professore de L’attimo fuggente, che riesce a smuovere l’indifferenza dei suoi ragazzi, che con la sua abilità li conduce su difficili sentieri della vita, l’Insegnante, il Formatore, il Leader spirituale.

Resta l’immagine del profondo amore paterno che lo costringe in Mrs.Doubtfire – Mamma per sempre, a travestirsi da donna, ad affrontare le oscure fatiche domestiche, pur di restare accanto ai propri figli e di contribuire ad educarli alla vita, nonostante il disastro del proprio matrimonio: il Padre, l’Educatore.

Potremmo continuare con altri esempi tratti dalla sua filmografia, come quando da medico si trasforma in clown, per dare un poco di felicità ai bambini sofferenti, spesso soli, spesso abbandonati come un peso non più sopportabile, pur di strappare loro un sorriso, oppure nella sua straordinaria interpretazione di Risvegli: il Medico,

Queste figure sono quelle della nostra infanzia, quelle che come prototipi hanno segnato l’avvio della nostra formazione. Figure scomparse, annebbiate, indistinte. Non ci sono più.

La società di oggi ha trasformato queste figure emblematiche in mestieri da quattro soldi, se va bene, e, più spesso, da troppi soldi. Il mercato ha ucciso la formazione dell’adolescente, la società dell’informazione ha ucciso il rapporti personali, ha distrutto i valori fondanti della nostra società civile.

Con più di sessanta film, tanto per restare solo nel cinema, Robin Williams ha segnato un’epoca. La sua vita privata è stata lo specchio di una società tumultuosa: tre matrimoni, due divorzi costosi, una malattia grave risolta, un suicidio finale nel timore, sembra, dell’apparire del morbo di Alzheimer.

Ma ciò che di lui resta è l’immagine che ha proiettato nel mondo di quei valori eterni che abbiamo dimenticato.

Viviamo in un mondo atroce, dominato dal danaro, dal potere, dalla violenza. Le notizie che ci giungono da non molto lontano parlano di massacri, di donne e bambini seppelliti vivi, di esecuzioni sommarie di massa, di conversioni forzate, d’imposizioni ridicole ed assurde, di fame, di miserie, di epidemie montanti.

Tanta civiltà ha prodotto i peggiori mostri dell’Apocalisse: uomini come insensibili pedine, in un tragico gioco in cui si uccide perché la vita non ha alcun valore.

Non è questo il mondo che vogliamo, in cui i valori sono scomparsi, nel quale le menti sono ottenebrate dalle sciocche ritualità televisive, dalla continua cadenza degli omicidi, dalla rappresentazione costante della violenza.

Robin Williams era solo un attore. In passato erano considerati gente di second’ordine, dei guitti itineranti, mestieranti da strapazzo. Oggi può essere anche un simbolo per quei valori che ha riportato all’attenzione di tutti e che dovremmo cercare di fare nuovamente nostri.

Roma, 17 agosto 2014.

written by Marcello Sladojevich

Mag 05

1Gualtiero Risito, da buon artista fiorentino, nelle sue opere privilegia il segno, come nella migliore tradizione pittorica cittadina. Infatti il disegno è la principale caratteristica dei nostri più importanti periodi e movimenti artistici che nel corso dei secoli hanno creato una vera e propria scuola: la Scuola Fiorentina.

Attraverso il disegno si indaga la forma astraendola dal suo contesto naturale facendola assorgere a idea e perciò rivendicando ad essa il primato sulla forma. Pertanto l’oggetto non avrà nella sua rappresentazione una valenza reale ma sarà un segno dell’idea concepita dall’artista. Continua a leggere »

written by Enrico Guarnieri \\ tags: , ,

Dic 14

 Marta Gierut| Il volto e la maschera

Sculture Dipinti Disegni Poesie

  a cura di Giovanni Faccenda

 Pietrasanta – Palazzo Panichi, 10 febbraio | 3 marzo 2013

 

Pietrasanta (LU)_  “Parole assemblate sulla carta come fossero di creta, messaggi racchiusi in fogli bianchi destinati ad attraversare i mari perigliosi della nostra esistenza, conforti inattesi, dono, non certo ultimo, di chi ebbe a vivere più vite, paradossalmente, di un vecchio ottuagenario”. Così il critico Giovanni Faccenda tratteggia la personalità creativa di Marta Gierut, giovane poetessa e artista scomparsa nel 2005, cui l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta dedica un’ampia retrospettiva nelle sale di Palazzo Panichi, dal 10 febbraio al 3 marzo 2013. Un’iniziativa che vede la collaborazione organizzativa del Comitato Archivio artistico-documentario Gierut.

La mostra ne svela per la prima volta in modo esaustivo – saranno esposte oltre sessanta opere – il vario percorso creativo fatto sia di sculture (dedicate anche al ciclista Marco Pantani e al letterato Piero Bigongiari), di dipinti in cui emergono in modo imperioso autoritratti provenienti dalle serie “Camminando in un’Anima” e “Farfalle”, oltre che di un’esaustiva vetrina di grafiche.

Saranno presentate alcune delle duecento liriche tra le circa seicento trovate dopo la morte e presentate nel volume “Il volto e la maschera, poesie e opere”, edito da Giorgio Mondadori, che accompagna la mostra, con testi di Manlio Cancogni, Giovanni Faccenda, Rosangela Mura e Roberto Valcamonici.

Scrive di lei Rosangela Mura: “E’ il mondo dell’arte visiva, la sua arte, che sottintende a tutti i versi e li intesse di colori e della bianca solidità del marmo. Marta modella e impasta le parole come se avesse sempre tra le mani scalpelli, pennelli, creta. La poesia si fa statua e quadro, il dipinto si materializza in cadenze ritmiche”.

 Cenni biografici

Marta Gierut è nata a Pietrasanta (Lucca) nel 1977 ed è deceduta per propria volontà a Massarosa nel 2005. Allieva del pittore e scultore Franco Miozzo, ha frequentato dapprima l’Istituto Statale d’Arte “Stagio Stagi” di Pietrasanta, quindi l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha studiato a fondo l’attività di alcuni dei massimi artisti e letterati, da Majakovskij a Van Gogh a Hesse, per citarne alcuni a caso. Sue opere sono state acquisite da istituzioni pubbliche quali il prestigioso Museo dei Bozzetti di Pietrasanta, il Museo della Resistenza a S. Anna di Stazzema, oltre che dal Museo della Carta di Pescia, e dai Comuni di Forte dei Marmi, Cascina, San Roberto. E’ anche in diverse importanti collezioni private. Suo è il monumento intitolato “Il volto e la maschera” posizionato in Marina di Pietrasanta, lato via E. Pea, inserito nel “Parco della Scultura” che ha tra l’altro lavori di Fernando Botero, Pietro Cascella, Novello Finotti, Jean Michel Folon, Franco Miozzo, Igor Mitoraj, Francesco Messina, Kan Yasuda e altri (vedasi www.museodeibozzetti.com). Tra le  pubblicazioni di Marta Gierut i volumi editi dal Comitato che la ricorda (www.gierut.it), “Camminando in un’Anima” e “In Franco Miozzo”, nonché l’E-book “La valigia. Trentacinque poesie” visionabile su you tube. E’ dell’autunno 2012 il suo libro “Il volto e la maschera, poesie e opere” (Editoriale Giorgio Mondadori, Milano).

 

TITOLO:                                Il volto e la maschera. Sculture dipinti poesie

DATE:                                               10 febbraio –  3 marzo 2013

INAUGURAZIONE:                        10 febbraio, ore 10.30 – Sala dell’Annunziata Chiostro di Sant’Agostino

SEDE:                                                Palazzo Panichi, via del Marzocco 2, Pietrasanta

ORARI:                                  ore 16 – 19 ; sabato e domenica anche 10-13|chiuso il lunedì

INGRESSO LIBERO

 

Ufficio Stampa | Assessorato alla Cultura

T 0584/795226 F 0584 795221

 e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it

www.comune.pietrasanta.lu.it

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Giu 02

Nel duplice intento di riprendere un tema a me caro e di mettere in risalto una splendida tavoletta del Fattori, presento ad un vasto pubblico l’opera “Stradina solitaria” o “Carrareccia” da me spesse volte vista in una collezione fiorentina. Questa preziosa tavoletta è validissimo e calzante esempio del credo macchiaiolo di voler dipingere solamente per il puro piacere, senza fini etici didattici e col solo intento di rendere al meglio, attraverso il colore, l’impressione naturalistica ricevuta, a prescindere dal soggetto. Infatti, pochi sono i temi di disarmante ed anonima semplicità come questa stradicciola, una delle tante che si inerpicano su per i colli fiorentini e che, ancor oggi, sebbene in numero ridotto, possiamo vedere e percorrere appena ci lasciamo alle spalle le ultime case della città.

Purtroppo, nonostante i miei sforzi, non sono riuscito ad identificare questa strada, forse andata distrutta nell’espandersi della città o inglobata in un asse viario di più grande comunicazione. Continua a leggere »

written by Enrico Guarnieri \\ tags: , , ,