Apr 26

Da una libera conversazione di Enrico Guarnieri agli “Amici del Caffè Michelangelo”

E mangia altro che bacche di cipresso;

Né io sono per anche un manzoniano

Che tiri quattro paghe per il lesso.

Addio cipressi! addio, dolce mio piano!

(Carducci – “Davanti a San Guido”)

Due notizie di attualità artistica, entrambe solo per pura coincidenza provenienti a Parigi, mi offrono la ghiotta occasione per riflettere su antiche “questioni” assai complesse, diverse fra di loro  ma generate da una stessa radice.

Una è afferente all’inizio del restauro, al Louvre, dell’opera “S. Anna” di Leonardo. Da subito questo restauro ha un acceso un animato dibattito, ma potremmo dire anche uno scontro, fra gli addetti ai lavori: favorevoli all’intervento su quel capolavoro da una parte e quelli contrari decisamente su un fronte opposto.

L’altra questione riguarda la periodica richiesta che i fiorentini rivolgono al Louvre per il prestito della “Gioconda” al fine di approntare una “giusta esposizione” a Firenze. Richiesta sempre negata.

Pur riconoscendo che, sia il restauro di opere d’arte come anche gli allestimenti di mostre, per lo più, sono stati in passato progettati ed eseguiti con scrupolo ed alta professionalità, sempre più spesso, nei tempi moderni, ci accorgiamo che certe iniziative sono guidate prevalentemente da scelte di immagine effimere, dal ritorno economico, dall’ostentazione di notorietà dei promotori, piuttosto che da veri contenuti culturali. Continua a leggere »

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Dic 10

di Enrico Guarnieri

Il 10/12/2011 alle ore 16, presso i locali attigui alla chiesa di San Donato in Polverosa, Via di Novoli 31, a Firenze, si aprirà una collettiva artistica dal titolo “L’Arte per L’Arte”, concetto enunciato da Theophile Gautier (nella foto ndr) alla metà dell’ottocento e ribadito successivamente anche da Oscar Wilde.

Con ciò si proclamava l’indipendenza delle arti da vincoli posti da committenza e da moralismi vari vale a dire che l’artista si doveva esprimere nel suo pieno ed autonomo sentire.

Questa teoria, cavallo di battaglia, del Romanticismo portò allo sviluppo del Realismo di Courbet, al quale si accodarono, poco dopo, gli Impressionisti e i nostri Macchiaioli. Però, a questo concetto molto importante, che ha contribuito a rivoluzionare le arti fra la metà dell’Ottocento ed i primi del Novecento abbiamo dato un diverso significato perché nel nostro contesto “l’arte per l’arte” assume un significato più letterale e vuole esprimere il contributo degli artisti al restauro di un’opera d’arte: la chiesa di San Donato.

Perciò ringrazio i pittor, gli scultori ed il “Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut” che con grande slancio, dietro mia richiesta, hanno generosamente donato le loro opere per un fine benefico. Continua a leggere »

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Ott 10

L’intenzione del Sindaco Matteo Renzi di riqualificare l’area di San Lorenzo mi trova pienamente d’accordo: sono assolutamente  favorevole alla quasi totale rimozione dei banchi intorno alla chiesa ed in tal modo l’edificio si possa riappropriare del proprio perimetro, oggi soffocato da teli e teloni. Ci di guadagnerebbe in visibilità e in decoro. In alternativa potrei aderire, come male minore, al partito “del salviamo qualche banchino” purché questi esercizi all’aperto commercializzano prodotti dell’artigianato tipico, nostro fiorentino, e non prodotti di provenienza cinese, indiana o coreana che con Firenze non c’entrano niente e tantomeno con l’anima artistica della nostra terra. Diamo licenze, ma contingentate, solo per valorizzare il nostro spirito artistico/artigianale: bravo Renzi! Continua a leggere »

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Giu 02

Nel duplice intento di riprendere un tema a me caro e di mettere in risalto una splendida tavoletta del Fattori, presento ad un vasto pubblico l’opera “Stradina solitaria” o “Carrareccia” da me spesse volte vista in una collezione fiorentina. Questa preziosa tavoletta è validissimo e calzante esempio del credo macchiaiolo di voler dipingere solamente per il puro piacere, senza fini etici didattici e col solo intento di rendere al meglio, attraverso il colore, l’impressione naturalistica ricevuta, a prescindere dal soggetto. Infatti, pochi sono i temi di disarmante ed anonima semplicità come questa stradicciola, una delle tante che si inerpicano su per i colli fiorentini e che, ancor oggi, sebbene in numero ridotto, possiamo vedere e percorrere appena ci lasciamo alle spalle le ultime case della città.

Purtroppo, nonostante i miei sforzi, non sono riuscito ad identificare questa strada, forse andata distrutta nell’espandersi della città o inglobata in un asse viario di più grande comunicazione. Continua a leggere »

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