Ott 16

Rufina, 29 settembre 2013


1Nelle Georgiche Virgilio “canta” il mito di Orfeo ed Euridice. E’ una struggente storia di amore profondo e morte: eros e tanatos (Έρως και Θάνατος). Euridice, morsa da un serpente, cade in un sonno eterno. Il cantore Orfeo sceso nell’Ade, riesce ad intenerire con la sua musica le divinità che gli concedono di riportare in vita terrena l’amata ad un patto: che nella strada del ritorno verso la terra non si fosse voltato a guardare la moglie. Ma proprio al limes, sulla soglia che divide il mondo degli umani da quello delle anime, Orfeo si volge verso l’amata moglie rompendo il patto con gli dei e condannando Euridice a permanere “per sempre” negli inferi.

Certo l’ira di un nume ti perseguita;
tu sconti gravi colpe; inconsapevole Orfeo
suscita la tua rovina e lo vogliono i Fati!,
e infelice dell’ira per la sposa perduta.

Mentre fuggiva da te a precipizio lungo il fiume,
non vide, la fanciulla già segnata da morte,
nell’alta erba, il serpente che abita le rive.
E il coro delle compagne Driadiriempdi lamenti
i monti più elevati; e piansero le vette del Rodope
e gli alti e la guerra di Reso
e pianse i Geti e l’Ebro e l’antica Orizia…..

…….Anche quando il capo, staccato dal candido collo,
l’Ebro Eagiro portava travolgendo nei gorghi,
la voce, e la lingua ormai gelida: “Euridice”,
chiamava mentre l’anima fuggiva: “O misera Euridice”,
“Euridice”, ripetevano le rive lungo il fiume”. Continua a leggere »

written by Marcello Sladojevich \\ tags: