Mag 05

1Gualtiero Risito, da buon artista fiorentino, nelle sue opere privilegia il segno, come nella migliore tradizione pittorica cittadina. Infatti il disegno è la principale caratteristica dei nostri più importanti periodi e movimenti artistici che nel corso dei secoli hanno creato una vera e propria scuola: la Scuola Fiorentina.

Attraverso il disegno si indaga la forma astraendola dal suo contesto naturale facendola assorgere a idea e perciò rivendicando ad essa il primato sulla forma. Pertanto l’oggetto non avrà nella sua rappresentazione una valenza reale ma sarà un segno dell’idea concepita dall’artista. Continua a leggere »

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Ott 24

PRESENTAZIONE del Pittore GIOVANNI MAZZI di Enrico Guarnieri

In qualità di presidente degli “Amici del  Caffe’ Michelangelo”, Associazione culturale dedita anche alla promozione di giovani artisti, desidero, nei limiti delle mie possibilità, portare a conoscenza di un più vasto pubblico l’opera del pittore Giovanni Mazzi, anche se l’artista , benché ancora giovane abbia già un ricco curriculum espositivo.

E’ quella cosa - 2009

La mia conoscenza di Giovanni e della sua pittura risale a circa sette anni fa e precisamente al settembre 2002, presentatomi dal comune amico Marcello Sladojevich fine scrittore e saggista nonché valente ed intuitivo critico d’arte, in occasione della collettiva a scopo benefico “FAILE mostre all’ARCA” allestita al circolo Arca di via del Sole a Firenze. In tale mostra l’artista presentava un quadretto, in cui una serie di mani era analizzata in modo anatomico e prospettico; quest’opera, per la sua semplicità d’impianto e soprattutto per il suo soggetto poco accattivante, mi rivelò il coraggio del suo autore, incurante di ben presentarsi e ben apparire in una delle sue prime uscite pubbliche.
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Giu 20

“Vedi, il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da  disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana  che si allontana
qualche disturbata divinità
(Eugenio Montale)

Il percorso di Roberta Mai è alquanto singolare. Pur vantando un’indiscussa preparazione frutto di studio assiduo e specializzazione, non è una di quegli artisti razionali, tutti tecnica e atelier, avulsi dalla storia e dai “contesti”. Roberta vive in un continuo contatto con la natura, contatto-incontro.

Se approfondiamo la lettura delle opere di questa pittrice “lombarda”, notiamo certe partiture dei suoi lavori, compresi i suoi magnifici affreschi, ove chiare appaiono le evocazioni del mondo non sofisticato della natura: alberi, fiori, animali, corpi umani liberati dai vincoli delle vesti. Allo stesso tempo assaporiamo una ininterrotta provocazione poetica  che la spinge ad inventare una nuova realtà, pur mantenendo le sembianza del “visto”,  a dare forma e verosimiglianza ad un mondo inesistente ma “probabile”, anzi possibile, ma soprattutto desiderato. Direi che la sua opera abbonda di ricerca esoterica e di simboli.

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