Giu 26

Le aliquote delle tasse vanno aumentate a chi guadagna troppo, visto che non possiamo diminuire loro gli stipendi!

La riforma fiscale è una di quelle “pensate collettive” che è nell’aria da anni. La vogliono a “destra” ed a “sinistra”, la vogliono i sindacati, la vogliono i religiosi… la vorrebbero… per la famiglia, per i pensionati, per… per vattelo a pesca! Insomma dovrebbe essere una riforma che fa contenti tutti.
Ammazza oh!

Sui media è una passerella di guru, tutti con una propria ricetta, ma tutti anagraficamente sopra i cinquanta, anzi i più, abbondantemente sopra i sessanta. Sarà utile a tutti la riforma? O solo per loro signori?

Proprio in questi giorni alcuni giornali hanno pubblicato fasce di aliquote e notizie di una probabile riforma fiscale voluta dal Superministro Tremonti: ci saranno tre o al massimo cinque fasce con aliquote notevolmente ridotte rispetto alle attuali. Per la terza/quinta fascia – redditi oltre i 75.000 euro – al massima si potrebbe arrivare ad un prelievo pari al 38% contro l’attuale 43%, per la seconda fascia, quella del ceto medio per intendersi, con redditi intorno ai 28.000 euro annui, nello spezzone 15.000-28.000 euro l’aliquota dovrebbe aumentare dal 27% al 30%!
I quotidiani della seconda decade di giugno pubblicano queste notizie attendibili: Continua a leggere »

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Ago 08

E’ uscito il nuovo numero di UNUCI TOSCANA diretto dal nostro Marcello Sladojevich.

Di questo numero segnaliamo:

La Via Italiana alle Colonie” di Marcello Sladojevich

Un eroico Cappellano Militare: Ten. Don Facibeni(fondatore della Madonnina del Grappa) di Antonio Fredianelli

Una via “tutta” italiana verso il colonialismo imperiale: un’opzione militare ponderata e coordinata dalla diplomazia

di Marcello Sladojevich

Già la timida  conversione economica politica dell’Italia di metà ottocento costrinse il nostro paese ad affrontare la questione di allargare gli orizzonti commerciali e di approvvigionamento delle materie prime.

Maggiore Pietro Toselli

L’Italia, quindi,  si dovette adeguare, in concorrenza con le grandi potenze europee, alla necessità di un’espansione territoriale verso altri continenti che fino ad allora era stata qualificata come “colonialismo” ma che da metà ‘800, ancora per un secolo circa, sarebbe stata ribattezzata in “imperialismo”.

Il modo di approccio alla questione coloniale imperialista per il nostro Paese fu comunque del tutto originale che  alcuni hanno poi definito, forse con disprezzo, come “via italiana all’imperialismo”. Di fatto i nostri comportamenti sul campo, sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista politico, rappresentarono un tentativo di sviluppo di rapporti sociali e di interazione con le popolazioni “acquisite” più che una vera attività di razzia e di asservimento, comportamenti tipici delle altre nazioni imperialiste. Continua a leggere »

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Giu 12

In ZENIT.ORG di Mariaelena Finessi
link all’articolo originale
http://www.zenit.org/article-22659?l=italian

Il concetto secondo cui “il bene comune è la finalità che dà senso al progresso e allo sviluppo”. Un bene comune che, però, non può esaurirsi nella produzione, nell’industrializzazione e, in definitiva nella ricchezza materiale. Esistono dei fattori inalienabili, senza i quali infatti l’uomo sarebbe più povero. Quali sono questi fattori? La dignità, innanzitutto, che si sostanzia nella partecipazione alle innumerevoli forme di vita sociale, siano esse politiche, economiche o culturali.

Della questione, più che mai attuale, si è dibattuto il 25 maggio nel corso dell’incontro all’Università Gregoriana di Roma, “L’uomo al centro delle scelte socio-politiche”, organizzato dalla Fondazione Magis (Movimento e Azione dei Gesuiti Italiani per lo Sviluppo) e dal Jesuit Social Network.
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