Giu 20

“Vedi, il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da  disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana  che si allontana
qualche disturbata divinità
(Eugenio Montale)

Il percorso di Roberta Mai è alquanto singolare. Pur vantando un’indiscussa preparazione frutto di studio assiduo e specializzazione, non è una di quegli artisti razionali, tutti tecnica e atelier, avulsi dalla storia e dai “contesti”. Roberta vive in un continuo contatto con la natura, contatto-incontro.

Se approfondiamo la lettura delle opere di questa pittrice “lombarda”, notiamo certe partiture dei suoi lavori, compresi i suoi magnifici affreschi, ove chiare appaiono le evocazioni del mondo non sofisticato della natura: alberi, fiori, animali, corpi umani liberati dai vincoli delle vesti. Allo stesso tempo assaporiamo una ininterrotta provocazione poetica  che la spinge ad inventare una nuova realtà, pur mantenendo le sembianza del “visto”,  a dare forma e verosimiglianza ad un mondo inesistente ma “probabile”, anzi possibile, ma soprattutto desiderato. Direi che la sua opera abbonda di ricerca esoterica e di simboli.

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written by Marcello Sladojevich \\ tags: , ,

Mar 30

Una lettura comparativa fra poesia e pittura

A chiunque si addentri nello studio della pittura Macchiaiola balza subito all’occhio lo scarso supporto critico letterario favorevole a questa avanguardia artistica. Infatti la “critica militante Macchiaiola” era composta esclusivamente da coloro che ne erano stati anche i teorici e questo fatto portò il movimento, nel volgere di pochi anni, ad una progressiva sterilità tecnico-compositiva che, a mio giudizio, sarebbe stata evitabile solamente attraverso un confronto ampio e profondo con le altre realtà artistiche italiane.

In pratica i Macchiaioli, dopo l’iniziale spinta polemica ed innovativa, mancando loro il confronto con il mondo della cultura in genere, non furono in grado di portare avanti con lo stesso vigore e la stessa genialità le successive soluzioni formali e stilistiche che si imponevano loro, affidando ai soli Telemaco Signorini, Adriano Cecioni e Diego Martelli il compito di fare evolvere il movimento. Evoluzione che molto probabilmente li avrebbe portati a confrontarsi ed a misurarsi con le altre avanguardie europee aprendo così la strada alle nuove generazioni artistiche italiane. Mancò qualcosa… accade qualcosa di inspiegabile, infatti nel sodalizio non mancava una “visone globale”, per esempio il Martelli, mente critica acutissima, aperto al confronto ed alla sperimentazione, sempre curioso, era in costante contatto con i pittori italiani residenti a Parigi e con diversi letterati ed artisti francesi, fra i quali alcuni impressionisti, movimento del quale capì, fra i primi in Europa, l’importanza rivoluzionaria: questo anelito non fu sufficiente! Continua a leggere »

written by Enrico Guarnieri \\ tags: , , ,