Nov 08

La FIAT ha perso una causa ed allora ricatta i lavoratori. 

Cerchiamo di chiarire: solitamente l’azione sindacale si concretizza con “agitazioni”, “contrattazioni”, “firma di accordi”, “sottoscrizioni di contratti nazionali di lavoro”, “scioperi” e robe varie. Insomma una dialettica con manifestazione di forza fra lavoratori ed imprenditori: ora vince l’uno ora cede l’altro.

Nel caso in specie, la FIAT, cambiando in una fabbrica ragione sociale avrebbe discriminato alcuni lavoratori perché appartenenti ad un sindacato particolarmente combattivo, la FIOM CGIL.

Di fronte a tali azioni, diciamo “padronali”, una volta e di solito si proclamano scioperi e blocchi della produzioni, occupazioni delle fabbriche, azioni/attività sindacali a iosa, talvolta anche al limite del lecito, come appunto i picchettaggi ai cancelli.

Nel caso specifico, questa volta, niente di forzoso: i lavoratori, sostenuti e guidati dal sindacato e dall’ottimo Maurizio Landini si sono rivolti al giudice. Preciso di  non essere della CGIL, sono stato a lungo CISL con grosse responsabilità regionali, poi, per un periodo, sono stato responsabile affari legali e della comunicazione a livello nazionale della CISAL/FAILE, e d oggi sono di nuovo CISL/Pensionati …ma visto come si comporta questo leder Landini mi verrebbe la voglia di iscrivermi alla FIOM, se potessi!

Ebbene, niente agitazione sindacale. La FIOM di Landini ha fatto questo ragionamento: “…noi crediamo che la FIAT abbia infranto una legge dello Stato Italiano quindi ci rivolgiamo al Giudice per sentire ragione o condanna alle nostre pretese…”. Insomma nulla di violento ma una richiesta alla Magistratura indipendente di dar ragione o torto ai ricorrenti, così come si fa in un paese civile.

La sentenza di un Giudice dello Stato Italiano ha dato torto alla FIAT. Insomma per la legge italiana la FIAT ha fatto un errore amministrativo grave: ha assunto 20 persone “altre” e non ha voluto “scientemente” assumere chi per legge aveva un diritto soggettivo  ad occupare quel posto. Continua a leggere »

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Feb 15

Quale crisi di fatto oggi affligge la nostra società? Credo sia una domanda, anche se elementare, necessaria. E’ un bel dire che ora siamo in periodo di crisi, ma necessariamente dobbiamo capire di che tipo di crisi si parla se vogliamo trovare i rimedi.  Il paziente è malato? Che malattia ha? E  quindi, che farmaci gli prescriviamo?

C’è chi dice che la nostra società sta subendo una crisi da “congiuntura economica”, ma che passerà alla svelta e quindi riprenderà il suo corso come prima. Francamente queste ci sembrano diagnosi, osservazioni, molto riduttive e mutuate dalla pratica di scienze sociali di impronta marxista, ma a nostro modo di vedere, metodo già superato.

Più articolati possono apparire quei riferimenti alle cosiddette “crisi dialettiche della società”, quelle crisi generate e poi superate con “le forze proprie della società”. Diagnosi suggestive, ma anche queste probabilmente datate dal punto di vista metodologico: forse la “crisi dialettica” era vera all’epoca della rivoluzione americana, o di quella francese ma anche di quella russa, oggi sicuramente la questione è improbabile, poiché si riscontra un’assenza assoluta di una spinta propulsiva verso il futuro, si ha la fondata impressione che il nostro sistema, quello occidentale, si stia collassando, o meglio stia implodendo. Se così fosse, questa è una crisi “entropica”: non ci sono sintomi di rinnovamento ed è come se l’agire degli stati e dei cittadini abbia perso la direzione del proprio cammino.  Continua a leggere »

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